Martedì 15 aprile, ha inaugurato a Milano la mostra Carta Canta di Jagoda Buić. In occasione del vernissage, ViaDanteQuattordici, uno degli spazi più suggestivi del centro storico, ha accolto personalità internazionali rappresentative della cultura mediterranea.
Jagoda Buić è un’artista croata di fama internazionale, reduce dallo straordinario successo di critica e di pubblico ottenuto dalla grande mostra antologica che il Museo Revoltella le ha dedicato in occasione dell’ingresso della Croazia nell’Unione Europea.
Durante la serata di inaugurazione della mostra Carta Canta sono intervenuti: Damir Grubiša, ambasciatore della Croazia in Italia, lo storico dell’arte e pittore Gillo Dorfles, lo scrittore e giornalista del Corriere della Sera Dario Fertilio uno tra i massimi esperti della cultura dei paesi ex-jugoslavi, lo scrittore e traduttore Silvio Ferrari, cui l’Italia deve la gran parte della scoperta della narrativa, della poesia e del teatro di quei paesi e Tonko Maroević, scrittore, poeta e storico dell’arte e della letteratura.
Jagoda Buića presenta per la prima volta a Milano la mostra Carta Canta, una rassegna di opere recenti “costruite” esclusivamente in carta. Si tratta di collages in rilievo, a volte tridimensionali, prodotti negli ultimi quattro anni dove la carta si trasforma in materia “altra” e assume forma e consistenza imprevedibili, in una sequenza che, scandita dalla originalità delle forme e delle dimensioni delle opere, si trasforma in percorso di grande suggestione.
In un testo dedicato alla Buić, lo scrittore e saggista Predrag Matvejević ha scritto: “Davanti ai lavori di Jagoda Buić si dovrebbe passare lentamente, come davanti ai Quadri di una esposizione di Mussorgskij. Perché una sorta di musica li lega tra loro, che permette e, a tratti impone di fermarsi”.
Jagoda Buić è soprattutto conosciuta per le sue grandiose e monumentali installazioni ambientali realizzate con materiali unici e straordinari, tessuti nella lana, iuta, crine, intrecciando gomene, filacci … Come dice Gillo Dorfles “le sue creazioni potremmo anche definirle come vere e proprie sculture…”. Questi lavori, sorprendendo per la diversità di dimensione e di linguaggio, sono stati esposti più volte alla Biennale di Venezia e sono presenti nei più importanti musei del mondo da Parigi a New York.
Carta Canta scopre una straordinaria nuova forza creativa della Buić, dove la materia carta assume forme e consistenze imprevedibili. “I collages di Jagoda Buić – afferma Tonko Maroević – dimostrano sobrietà, forza, concisione. La gamma di composizioni e colori, tagli e spunti, angoli e curve, pieghe e asprezze, davvero crea effetti melodiosi o armoniosi, mai perdendo naturalmente la qualità della credibilità ottica e dell’evocazione tattile”.
Stupisce come la “fragilità” della materia usata, la carta, si trasformi in forza espressiva che resta “cifra” distintiva, inconfondibile del lavoro della Buić che porta con sé, sempre, l’impronta della sua Dalmazia, terra di mare, aspra e tormentata. Werner Schmalenbach aveva intuito l’importanza della consapevolezza delle sue origini: “…nonostante queste radici solide la sua arte si sviluppa in un ambiente estetico del tutto cosmopolita”.
JAGODA BUIĆ è nata a Spalato in una famiglia aristocratica. Ha studiato nell’accademia di Arti Applicate e Design di Zagabria e Storia dell’Arte presso la Facoltà di Filosofia dell’Università di Zagabria. Si è diplomata cum laude maxima all’accademia di Vienna per poi specializzarsi seguendo studi di Scenografia del film a Cinecittà a Roma e Storia del Costume al Centro delle arti e del Costume di Palazzo Grassi a Venezia. Questa formazione cosmopolita conferisce alla sua arte un linguaggio universale, pur traendo dalla tradizione e dalla forza profondamente mediterranea della sua terra natale. A tutt’oggi ha presentato oltre 80 mostre personali e ha partecipato a numerose mostre collettive nei più importanti musei del mondo. Le sue opere sono presenti nelle più prestigiose collezzioni di Musei e Istituzioni internazionali: Metropolitan Museum – New York, Kennedy Memorial – Washington, Museée d?art Moderne de la Ville de <paris, Stedelijk Museum – Amsterdam, Musée d’Art Moderne – Bordeaux, Fundation d’Art Contemporain – Paris, Musée de la Ville – Les Mans, Musée d’Art Decoratif – Lausanne, Museo d’Arte Moderna – Zagabria, Musée d’Art Nouvelle – Villeneuve et lille, Palazzo dell’Unesco di Parigi, Prefettura di San Paolo del Brasile, Union des Banques Suisses di Zurigo, Aeroporto di Atlanta, come anche in molti altri edifici pubblici e in prestigiose collezioni private.
Tra le numerose onorificenze internazionali ricevute si segnalano il Gran Prix “Itamaraty” della Biennale di San Paolo (1975) Herder Prise di Vienna (1976), il Premio città di Angers (1991), il Premio UNESCO a Parigi per meriti nel campo della creatività contemporanea (1994).
Gillo Dorfles
(Trieste, 1910). Critico d’arte (pittore, medico-psicoanalista, saggista, poeta).
Professore di estetica presso le Università di Cagliari, di Trieste e di Milano, nel 1948 fu tra i fondatori del MAC Movimento per l’arte concreta (insieme ad Atanasio Soldati, Galliano Mazzon,Gianni Monnet, Bruno Munari) e nel 1956 diede il suo contributo alla realizzazione dell’ADI (Associazione per il disegno industriale). La sua educazione vera, afferma, avvenne tra gli intellettuali e gli artisti triestini: Italo Svevo, Umberto Saba, Bobi Bazlen. È il filosofo e critico che ha scoperto e fatto scoprire (forse tra i primi) il fascino indiscreto della modernità. Tra i suoi libri: Le oscillazioni del gusto (1958), Ultime tendenze nell’arte di oggi (1961), Il kitsch(1970), Moda e Modi (1979), La moda della moda (1984), Elogio della disarmonia (1987), Itinerario estetico (1988), da ultimo Horror pleni. La (in)civiltà del rumore (Castelvecchi 2008).
Silvio Ferrari
(Zara, 1942) è uno scrittore e traduttore italiano.
Terminati gli studi, diviene docente presso l’Università degli Studi di Genova alla Facoltà di Lingue per l’insegnamento delle Letterature Croata, Bosniaca e Serba. Negli anni settanta inizia a dedicarsi professionalmente di traduzione dalle tre lingue di ceppo slavo-meridionale croato, serbo, bosniaco. Non è azzardato affermare che è all’opera di Silvio Ferrari che l’Italia deve la scoperta della narrativa, poesia e teatro croati, bosniaci e serbi con la traduzione di testi di Ivo Andrić (Premio Nobel per la letteratura-1961) , Meša Selimović e Mojmir Bulatović, Predrag Matvejević il cui “Breviario Mediterraneo”, uscito in 11 edizioni italiane, è stato tradotto nel mondo in 30 lingue e il più recente “Pane nostro” uscito nel 2010 presso Garzanti. Saggista, poeta e scrittore ha pubblicato opere per Garzanti, Feltrinelli, Mondadori
Dario Fertilio
(Modena, 1949) è un giornalista e scrittore italiano di origine dalmata. E’ il responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera.
Cresciuto a Milano, dove si è laureato in lettere all’Università Statale, ha pubblicato diversi saggi e monografie su temi politici e sull’informazione, nei quali afferma la necessità di ricercare e difendere le libertà individuali. E’ autore di romanzi e racconti (fra cui “La morte rossa”).
Nel 1998 ha fondato con lo scrittore e attivista russo Vladimir Bukovskij i Comitati per le Libertà, movimento il cui scopo è l’affermazione dei principi liberali quali la diffusione della democrazia, il libero mercato, il federalismo e la sussidiarietà.
Tonko Maroević
(Spalato, 1941). Poeta, saggista croato, storico dell’arte e della letteratura, e traduttore.
E’ un ricercatore di arte croata contemporanea, autore di una serie di monografie sui pittori croati, critico d’arte e letterario.
Si è laureato in letteratura comparata e Storia dell’Arte e Arti Visive; è consulente scientifico presso l’Istituto di Storia dell’Arte e Professore del Dipartimento di Storia dell’Arte, Facoltà di Filosofia di Zagabria. Ha insegnato alle Università di Milano e di Trieste. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti.